vanessa è rimasta ferma dalle olimpiadi a cusa dei problemi fisici ed è ingrassata di 7 kg..
Ferma da tre mesi, il tendine d'Achille non guarisce. E' aumentata di sette chili: deve ricominciare tutto da capo. Il tecnico azzurro Casella: "Da Brescia inizierà la sua rinascita"
Vanessa Ferrari, 18 anni, è alta 1.43 e ha un peso forma di 36 kg: eccola com'era ad agosto e com'è oggi
MILANO, 18 novembre 2008 - Nei suoi occhi si legge la malinconia. La strada di Vanessa Ferrari verso la normalità è ancora lunga. Una salita che sembra non finire mai per lei che da campionessa con tanti sogni e aspirazioni ora si trova a condurre una vita «normale» la scuola alla mattina, i compiti. lei che era abituata a scandire il suo tempo tra gli allenamenti e le gare. Non sono bastati tre mesi di stop e due di cure e riabilitazione a Vanessa Ferrari. La tendinosi e la borsite profonda al tendine di achille del piede destro che hanno impedito alla ginnasta bresciana di giocarsi una medaglia ai Giochi di Pechino sono ancora lì. Ora Vanessa ricomincia da Brescia, dalla Brixia, da Enrico Casella che si trova a dover ricostruire un'atleta dal punto di vista fisico e psicologico. Appesantita da tanto tempo lontano dalla palestra, con sette chili di troppo a gravare sui tendini malconci.
PUNTO E A CAPO - Vani si trasferirà nella foresteria della palestra che tanto ha desiderato, farà un mese ancora di terapie e poi si deciderà se sarà il caso di ricorrere a un intervento chirurgico per risolvere i problemi fisici. Intanto curerà quelli dell'anima, tornando nel suo habitat tra polvere di magnesia e gommapiuma. Ha bisogno di protezione, perché in questi mesi lontana dalla palestra a contribuire alla confusione c'è stato l'interessamento di altri tecnici che avrebbero voluto portarla altrove. "Questo periodo è stato gestito male — spiega Enrico Casella — ma adesso Vanessa ha deciso di tornare a Brescia e da qui comincerà la sua rinascita".
CALVARIO - Infortuni e delusioni inseguono Vanessa da oltre un anno, da quando alla vigilia dei Mondiali di Stoccarda, nei primi giorni di settembre 2007, l'atleta campionessa iridata e continentale all-around aveva accusato un dolore al piede sinistro. Vanessa aveva stretto i denti, tra terapie e ghiaccio era riuscita a trascinare la squadra alla qualificazione olimpica ma soprattutto era riuscita a strappare un bronzo nel concorso generale dopo una gara in rimonta tra lacrime e fasciature al piede dolorante. Solo al ritorno dalla Germania una risonanza magnetica avrebbe evidenziato una microfrattura. Lì Vanessa aveva capito di essere tra i «mortali», lì si era aperta una prima crepa nella sua mentalità vincente.
ANNO OLIMPICO - Il 2008 per lei comincia male. Risolto il problema al piede destro, comincia con il sinistro. Una tendinite al tallone che la costringe a presentarsi agli Europei di ginnastica a squadre di Clermont Ferrand in scarsa forma. Va male, è un'altro fendente al suo orgoglio cannibale. Ma Vanessa era animata dal sogno di quando era bambina, l'Olimpiade, «l'obiettivo di ogni atleta» diceva emozionata prima della partenza. Ma lì è arrivata un'altra delusione. Vanessa si è ritrovata senza pane per i suoi denti e disorientata. Forse schiacciata da un successo che non si aspettava e forse nemmeno voleva, lei che non ha mai chiesto altro che potersi allenare e gareggiare si è ritrovata prigioniera di una gabbia dorata che ora rischia di stritolarla.